Lettera di Natale 2023

“Siate sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie” (1Ts 5,16)

 

È il decimo Natale che vivo con la comunità di Azzano. L’essere giunto alla “doppia cifra” mi ha fatto fermare la penna diverse volte nello stendere i due appunti che preparano questa lettera. Il rischio di essere ripetitivo e noioso è veramente alto. La mia testardaggine inoltre non viene certo in aiuto e so bene che su alcuni temi sono ridondante.

Mosso da questo timore, mi sono preso il tempo di rileggere le lettere che, in occasione di Natale e Pasqua, avevo consegnato alla comunità e questo esercizio mi ha fatto proprio bene. Scorrere quelle righe mi ha ricordato non certo tanti “successi” ma una lunga serie di tentativi, di slanci e desideri che in questi anni hanno dato forza al cammino. E “che non siano finiti” è la prima preghiera che rivolgo davanti al Presepio quest’anno. Che non finisca in me e in ciascuno di voi la capacita di osare, di desiderare e di lasciarsi coinvolgere da chi ci è accanto.

 

Quelle lettere mi hanno aiutato a rendermi conto di quante cose sono avvenute e quante persone ho avuto la grazia di avvicinare. Per tanti è capitato nei momenti di gioia e di festa che la vita ci riserva. Per tantissimi l’incontro è avvenuto nei momenti della fatica e del pianto. Ho potuto gioire vedendo compiere passi di liberazione. Ho visto giovani crescere e credere nella vita. Ho negli occhi tanti che stanno anche ora sperando con tutta la forza possibile, anche nelle lacrime, cammini di risurrezione.

 

E io? In questi dieci anni non sono diventato né più buono né più bravo. Mi pare però di poter dire con sincerità che questa comunità mi sta sempre più a cuore, anche con tutte le sue/nostre fragilità. E con voi negli occhi, ho imparato a pregare di più. O meglio, ho imparato a pregare in modo più adulto. Ho imparato che il mettersi e il mettere tutto sotto lo sguardo del Signore è davvero ingrediente decisivo per un cammino di libertà. E questo è il secondo desiderio che lascio nel Presepio: che la comunità di Azzano divenga sempre più luogo, spazio e tempo in cui “ci si aiuta ad imparare a pregare”.

 

Tra le tante cose che si potrebbero sperare, la capacità di “gustare la preghiera” mi pare davvero la più importante. Certo, i consigli e i gruppi devono, con noi preti, continuare a interrogarsi su come essere più efficaci nelle nostre iniziative e su come si potrebbero risolvere le tante questioni problematiche che quotidianamente si presentano. Ma se non riusciremo a collocare ogni briciola delle nostre storie sotto la luce del vangelo del “Dio che si fa uomo”, non potremo che continuare a oscillare tra momenti di sconforto, momenti di illusione e lunghi momenti nei quali lasciarci andare al barcamenarci stanco del quotidiano.

 

Pregare non è “dire le preghiere”! Pregare è fermarsi, rompere il ritmo che rincorre la logica dell’utile. Pregare è tacere per fare spazio alla Parola che il Signore non smette di rivolgerci. Pregare è accettare di dialogare con qualche fratello e sorella che ci aiuti a riorientare lo sguardo, specialmente quando questo si impantana pericolosamente nelle nostre paure … Pregare ci chiede la fatica di scegliere la preghiera: è infantile dire: “io prego e vado in chiesa quando me la sento”! Ecco: fermarsi, tacere, dialogare e … decidere è ciò che spero riesca a favorire il nostro essere parrocchia.

 

Mi pare di sentire le vostre reazioni: “ecco che è partita la predica …”; “don, ci vuole altro per riportare la gente in parrocchia! …”. Giusto per tenermi con i piedi per terra, non più tardi di cinque minuti fa, mentre sto tentando di scrivere queste cose, mi è arrivata una delle tante richieste/pretesa nei confronti dell’oratorio e della parrocchia … che dovrebbero essere più aperti, più a disposizione, più … E non c’è bisogno di dire che queste richieste non si accompagnano mai con un: “sono disponibile a dare una mano” …

 

Eppure – sarà che sto invecchiando – ma sono sempre più convinto che il dono offerto dai cristiani debba non chiudersi mai sul rispondere ai bisogni. Ogni gesto deve provare a diventare Parola che riorienta lo sguardo. Giovanni il Battista ce lo insegna: “in mezzo a voi sta uno che non conoscete”. Solo quando indichiamo lui, il bene fiorisce in chi stiamo aiutando. Se non impariamo a fare così, patiremo sempre il nostro non essere mai sufficienti. Ecco il terzo desiderio da porre nel Presepio: aiuta o Signore chi si mette a servizio della comunità a credere che i suoi gesti possano diventare Parola. Parola capace di indirizzare lo sguardo verso quel mistero di grazia che avvolge la vita di ogni donna e ogni uomo. Di qualsiasi sesso, fede, cultura, età, … Quel mistero che noi riconosciamo venirci incontro nel volto di Gesù.

 

Insieme con questa, è maturata in me anche un’altra convinzione. Il “terreno” di Azzano è mantenuto fecondo non tanto da iniziative che trovano risonanza sui giornali e sui social e che catturano applausi, ma da quel faticoso esercizio quotidiano compiuto da tante persone che testardamente si prendono cura di un pezzettino del nostro paese. Per tutti questi servitori silenziosi della speranza rendo grazie ogni giorno.

 

In questi ultimi mesi sono arrivati don Simone e don Andrea. Sono un regalo per il cammino della nostra comunità. Vi chiedo di portare pazienza con questa nostra “nuova famiglia” che sta provando a trovare ritmi ed equilibri di una vita condivisa. Da subito, in accordo anche con il Consiglio Pastorale, abbiamo un po’ cambiato il volto della casa parrocchiale, ricavando alcuni spazi più esplicitamente pensati per la segreteria e per le necessità di una parrocchia che sta costantemente cambiando.

 

Con don Andrea ho vissuto anni più giovanili del ministero: ringrazio il Signore di poter ora tornare a condividere con lui la passione per la Chiesa. È proprio bello per me riprendere a camminare in sua compagnia. Per don Simone chiedo a tutti voi di aiutarlo a trovare le misure del fare il prete oggi: io e don Andrea non bastiamo, anche se più di tutti possiamo avvertire da vicino l’entusiasmo e i timori che accompagnano ogni inizio.

 

Nel frattempo il Consiglio Pastorale si è concentrato su alcuni temi di riflessione che si intrecciano anche con il Cammino Sinodale. Nel mese di gennaio verranno convocati alcuni momenti di riflessione aperti a tutta la comunità. Continua il lavoro della commissione Carità, dell’équipe oratorio, dei volontari che si occupano del Centro di Primo Ascolto e del progetto “borse alimentari”. Continua l’attenzione alle coppie e alle famiglie da parte dell’équipe coppie. Continua, preziosissimo, il lavoro degli educatori e degli animatori dei gruppi oratoriani. Continua l’impegno di chi si cura della pulizia e dell’ordine delle chiese e dell’oratorio. Dei “baristi” e di chi anima la liturgia, … L’elenco, per fortuna, sarebbe ancora lungo.

 

Ho riempito due facciate e non ho detto niente dei soldi! Non che non ce ne sia bisogno. Anzi. Ho chiesto però al Consiglio Affari Economici di pensare una serata in cui raccontare di cosa viva la parrocchia e quali siano le sue uscite. Sarà programmata con l’anno nuovo. Sinteticamente resta vero che ciò che ci permette sia di pagare le utenze (anche per scaldare la chiesa …), sia di continuare a pagare il mutuo (che in questi mesi è tornato sopra i 4300 € al mese), sia di fare la carità, in tutte le sue forme, sono le vostre offerte. E le buste di Natale e di Pasqua sono l’occasione più importante di raccolta fondi operata dalla comunità. Già alcuni anni fa avevamo riflettuto su come sia importante che la logica della parrocchia non sia quella del “pagamento di prestazioni” ma quella della “gratuità”. Questa logica riesce ad incarnarsi solo se tutti ci crediamo …

 

Anche a nome di don Andrea e don Simone, vi rivolgo gli auguri di un Buon Natale.

 

don Alberto
Azzano San Paolo, 16 dicembre 2023

 

 

PS. Chiediamo il dono della condivisione di ciò che ognuno può e desidera donare. Come al solito le buste potranno essere consegnate direttamente in chiesa o in casa parrocchiale. Per chi preferisce la forma del bonifico, questi i riferimenti del conto intestato a: parrocchia della Conversione di san Paolo. IBAN: IT94 O030 6952 5751 0000 0000 727 presso Banca Intesa San Paolo.

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