Quaresima 2022 – Alcune proposte per la comunità adulta

IN ASCOLTO DELLA PAROLA DEL VANGELO

 

Molte volte capita di sentir dire dagli adulti: “non mi piace pregare ripetendo delle formule che suonano sempre più distanti e vuote”. Proprio per chi desidera imparare a pregare, il martedì sera alle 20.45, a partire dall’8 marzo, in cappella del Crocifisso ci incontriamo a fare esercizio di ascolto del vangelo. Sarà il tentativo umile di esporre la nostra vita alla potenza della Parola del Signore.

 

IN ASCOLTO DELLA PAROLA DELLA CROCE

 

Il giovedì mattina alle ore 9.00 e la sera alle 20.45 iniziando da giovedì 10 marzo, proveremo a metterci in ascolto della “Parola della Croce”. In questi giorni nei quali alla sfiancante stagione della pandemia si somma tragicamente l’incubo della guerra, la tentazione di cedere allo sconforto è grande. La Quaresima è tempo nel quale, in comunione con tutta l’umanità, pregare perché la potenza della morte venga sconfitta. Ma, ancor di più, è tempo per chiedere che il nostro cuore divenga “capace di accogliere la vita” ripudiando tutto ciò che è alleato del male. Si tratta di credere alla possibilità della conversione!

 

Per introdurre questo breve itinerario, propongo di ascoltare questo testo che don Tonino Bello aveva scritto per la Quaresima del 1985:

 

“Se è vero che la croce è l’unità di misura di ogni impegno cristiano, dobbiamo fare attenzione a un grosso pericolo che stiamo correndo: quello che san Paolo, scrivendo ai Corinzi, chiama l’evacuazione della croce. Che non significa disprezzo della croce, o rifiuto della croce, o irrisione della croce. No. Non c’è nessuno di noi che non parli con eloquenza del «legno santo», o che in Quaresima non canti con tutta l’anima il «Vexilla regis», o che nel Venerdì Santo non intoni l’inno alla «Crux fidelis».

La croce rimane sempre al centro delle nostre prospettive. Ma noi vi giriamo al largo. Troppo al largo. Prendiamo una extramurale lontanissima dal colle dove essa s’innalza.

È come quando, in viaggio, si sfiora una città passando dalla tangenziale. Mentre l’automobile corre sulla strada, si dà ogni tanto un’occhiata ai campanili che si ergono e alle torri che svettano. Ma poi tutto finisce lì.

Purtroppo, la nostra vita cristiana non incrocia il Calvario. Non s’inerpica sui tornanti del Golgota. Passa di striscio dalle pendici del luogo del cranio.

Come i Corinzi anche noi, la croce, l’abbiamo «inquadrata» nella cornice della sapienza umana, e nel telaio della sublimità di parola. L’abbiamo attaccata con riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce la siamo piantata nel cuore. Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte. Le rivolgiamo inchini e incensazioni in chiesa, ma ci manteniamo agli antipodi della sua logica.

L’abbiamo isolata, sia pure con tutti i riguardi che merita. È un albero nobile che cresce su zolle recintate. Nel centro storico delle nostre memorie religiose. All’interno della zona archeologica dei nostri sentimenti. Ma troppo lontano dalle strade a scorrimento veloce che battiamo ogni giorno.

Dobbiamo ammetterlo con amarezza. Abbiamo scelto la circonvallazione e non la mulattiera del Calvario. Abbiamo bisogno di riconciliarci con la croce e di ritrovare, sulla carta stradale della nostra esistenza paganeggiante, lo svincolo giusto che porta ai piedi del condannato!

Print Friendly, PDF & Email