“nel segno della Croce” – Venerdì Santo

Dopo la cena con i Suoi, Gesù si reca al monte degli ulivi e là, nella notte, vive un momento di grande dialogo con il Padre..

per noi il venerdì è il giorno della memoria della morte, è giorno in cui il sole si oscura.

Troviamo un tempo per sostare e volgere lo sguardo a Gesù, all’uomo della croce.

Cerchiamo uno spazio attorno a cui trovarci: al centro metteremo la nostra croce del cammino di Quaresima (e se non l’abbiamo un’altra che troviamo in casa).

A sinistra le ceneri segno dell’inizio del nostro cammino e a destra un batuffolo di cotone con sopra del profumo (o oli essenziali, o nardo).

 

Mentre tracciamo con cura il segno della croce sul nostro corpo mettiamo molta attenzione alle parole che diciamo insieme:

 

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo.
Amen

 

Gesù nel Getsemani affida la sua vita al Padre:

cerchiamo di comprendere cosa Lui ha vissuto pregando con queste parole che recitiamo a più solisti:

 

Padre mio,

io mi abbandono a Te:

fa di me ciò che ti piace!

Qualunque cosa tu faccia di me,

ti ringrazio.

 

Sono pronto a tutto,

accetto tutto,

purché la tua volontà si compia in me

e in tutte le tue creature.

 

Non desidero niente altro, mio Dio.

Rimetto la mia anima

nelle tue mani,

te la dono, mio Dio,

con tutto l’amore del mio cuore,

perché ti amo.

 

Ed è per me un’esigenza d’amore

il donarmi,

il rimettermi nelle tue mani

senza misura,

con una confidenza infinita,

poiché tu sei il Padre mio.

 

Charles de Focauld

 

Un lettore legge il vangelo:

 

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

 

Qui si genuflette e si fa una breve pausa

Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».

 

Un lettore legge il commento:

 

Il centurione era abituato a vedere tanti uomini morire in croce, faceva parte del suo mestiere.

Eppure qualcosa quel giorno lo aveva lasciato stupito: non aveva mai visto un uomo morire così, disarmato, abbandonato eppure in pace.

Un uomo capace di perdonare e di prendersi cura dei fratelli anche in quel momento, anche in croce.

La morte di Gesù raccontava d’altro, “sapeva” d’altro … di un Legame talmente tenace da resistere anche nella morte.

Una morte così parla, lascia il segno… profuma d’altro.

Oggi non potremo avvicinarci e baciare il crocifisso: possiamo però fare un gesto intimo, in casa nostra..

 

Ti proponiamo di mettere qualche goccia di profumo o essenza sulla tua mano ….

che porterai alla croce, facendo una carezza

 

Ognuno legge una di queste invocazioni oppure leggiamo a cori alterni:

 

Cristo Salvatore, come il chicco di grano caduto in terra, hai conosciuto la morte.

Unita a te, la nostra vita porterà molto frutto.

 

Cristo Gesù, sceso nel punto più basso della nostra condizione umana,

tu stai vicino a coloro che sono abbandonati.

 

Nel tuo amore come il buon pastore ti sei caricato sulle spalle la pecora smarrita,

perdona i nostri peccati che ci separano da te.

 

Con il tuo amore hai vinto il male e l’odio,

porti la pace nel cuore degli uomini.

 

Concludiamo insieme con la preghiera che il Signore ci ha insegnato:

 

Padre nostro, che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

e rimetti a noi i nostri debiti,

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen

 

“nel segno della Croce” – Venerdì Santo

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