“nel segno della Croce” – Giovedì nella cena del Signore

Siamo nel cuore dell’anno liturgico, nella settimana più importante..

Ci avviciniamo a questi giorni “scegliendo” di dare spazio nel ritmo della giornata ad un momento

di preghiera.

E’ una “sosta” come quando durante una camminata ci fermiamo a prendere fiato..

Iniziamo scegliendo un tavolo (o tavolino) attorno a cui ci sediamo e che ‘apparecchiamo’ con

una tovaglia.

Al centro metteremo la nostra croce del cammino di Quaresima (e se non l’abbiamo un’altra che

troviamo in casa).

A sinistra le ceneri segno dell’inizio del nostro cammino e a destra un catino d’acqua, un

asciugamani e un grembiule.

 

Mentre tracciamo con cura il segno della croce poniamo attenzione all’ampiezza del gesto: “simbolicamente” tutto il nostro corpo è raccolto nel gesto che traccia due vie, una orizzontale, l’altra

verticale.

 

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo.

Amen

 

 

Ognuno legge una di queste frasi oppure leggiamo a cori alterni:

 

Vi do un comandamento nuovo:

amatevi come io vi ho amati.

 

Non c’è amore più grande di questo:

dare la vita per gli amici.

 

Io ve ne ho dato l’esempio

perché come ho fatto io facciate anche voi.

 

La carità pazienta, la carità fa il bene

la carità non invidia, non si vanta.

 

La carità non si gonfia d’orgoglio, non aggredisce

la carità non cerca il proprio interesse.

 

La carità non manca di rispetto,

non tiene conto del male

non gode dell’ingiustizia,

ma si rallegra nella verità.

 

La carità non avrà mai fine

ciò che resta è la fede, la speranza e la carità

ma di tutte più grande è la carità.

 

 

Un lettore legge il vangelo:

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13, 1-15)

 

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.

Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.

Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».

Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

 

 

Anche oggi Gesù ci vuole lavare i piedi e lo fa attraverso coloro che vivono con noi. In questo momento scegliamo di lavarci i piedi (o le mani) gli uni gli altri, per gustare la dolcezza del gesto con cui Lui si prende cura di noi.

 

 

Un lettore legge la preghiera:

 

Se dovessi scegliere

una reliquia della tua Passione,

prenderei proprio quel catino

colmo d’acqua sporca.

Girerei il mondo con quel recipiente

ad ogni piede cingermi l’asciugatoio

e curvarmi giù in basso,

non alzando mai la testa oltre il polpaccio

per non distinguere i nemici dagli amici,

e lavare i piedi del vagabondo, dell’ateo,

del drogato, del carcerato, dell’omicida,

di chi non mi saluta più,

di quel compagno per cui non prego.

In silenzio…

finché tutti abbiano capito,

nel mio, il Tuo amore.

 

Madeleine Delbrêl

 

 

Concludiamo insieme con la preghiera che il Signore ci ha insegnato:

 

Padre nostro, che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

e rimetti a noi i nostri debiti,

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen

 

 

…. E per la nostra cena possiamo preparare insieme il pane azzimo, cotto in forno o in padella; qui trovate

una tra le tante ricette presenti in internet: vedi qui https://www.greenme.it/mangiare/ricette/paneazzimo/

 

“nel segno della Croce” – Giovedì nella cena del Signore

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