“e venne ad abitare in mezzo a noi”

terza settimana di Avvento – “riconosci chi ti sta davanti”

 

Anche questa settimana vi proponiamo una preghiera da condividere con la famiglia riunita. Vi chiediamo di scegliere un momento tranquillo, magari prima di andare a dormire o prima di iniziare a mangiare.

Ci raccogliamo attorno al luogo dove stiamo costruendo il presepio. Chi non avesse visto il video di questa settimana può trovarlo qui https://youtu.be/CTytHoCVXTg.

 

  • Prima di iniziare si distribuiscono i compiti (chi legge cosa? chi fa cosa?)
  • Se potete, preparate il piccolo lumino/candela da accendere e collocare al presepio.
  • Spegniamo tutto ciò che ci distrae dallo stare insieme (la televisione, la musica, i cellulari) e iniziamo.

un adulto inizia la preghiera:

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo.

tutti:

Amen

 

Vi proponiamo di cantare e/o di ascoltare: Alleluia – Passeranno i cieli (https://youtu.be/dtKJQnYtAs0)

 

un lettore legge il vangelo:

 

dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,6-8.19-28)

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

 

dopo la lettura qualcuno accende il lume e lo posa presso il presepio.

 

uno legge questo commento:

 

«Venne un uomo mandato da Dio» è l’attacco solenne e sacro di questa lettura evangelica. E tutti noi, fratelli o sorelle, rischiamo di pensare: «E cos’è venuto a fare? Non bastavo io? Non sarà venuto per togliermi qualcosa?», e così ci dimentichiamo quel mandato da Dio che vale sia per il testimone della luce (il Battista) che per la luce stessa (Gesù) e che è il criterio con cui dobbiamo guardaci tra fratelli e sorelle.
«Non ti guarderò – pare dica Giovanni – come uno che porta via qualcosa di mio, di assodato per eredità paterna, di faticato grazie alle mie qualità, ma ti guarderò come uno “mandato da Dio nella mia storia”. Riconoscere l’altro come l’inviato che ci provoca a riorientare lo sguardo sulle cose e sulla vita è la più grande fortuna che ci possa capitare.

 

Un adulto inizia dalla prima invocazione e poi ciascuno ne pronuncia una:

 

Tocca i nostri occhi o Signore,
perché possano riconoscere in chi incontriamo sul nostro cammino
un mistero da accogliere con rispetto.
tutti ripetono: Ascoltaci o Signore.

 

Tocca i nostri orecchi o Signore
e rendici capaci di fare attenzione alle parole che ci vengono rivolte ogni giorno
senza aver fretta di rispondere subito con la prima cosa che ci viene in mente,
così che riescano a scendere fino nel nostro cuore, vera casa dell’ascolto.
tutti ripetono: Ascoltaci o Signore.

 

Tocca la nostra pelle o Signore
e rendici capaci di sentire quanti sono i segni del tuo amore che ci sfiorano ogni giorno.
Fa’ che li riconosciamo come invito a fidarci di te.
tutti ripetono: Ascoltaci o Signore.

 

Tocca le nostre labbra o Signore
e rendici capaci pronunciare parole vere, parole di speranza
parole che, come quelle di Giovanni Battista,
più che parlare di noi, sappiano raccontare te.
tutti ripetono: Ascoltaci o Signore.

 

tutti:

Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen

 

un adulto conclude:

Signore, invochiamo la tua gioia,
anche nei tempi difficili che viviamo,
spesso segnati da tanto smarrimento, paura, tristezza,
quando non anche da vera disperazione.
Insegnaci a ripetere con Giovanni: «no, non sono io».
Non sono io a poter trovare, o costruire, o progettare la mia felicità.
Posso accoglierla da te, attendendo la tua venuta, sperando nei tuoi doni,
scoprendo la gioia vera che riposa nel sapermi da te cercato,
e nel divenire segno per altri del tuo amore.

 

tutti:

Benedici Signore la nostra casa e il nostro mondo,
benedici le nostre storie e il nostro stare insieme,
benedici tutti coloro che tu, Signore, ci fai incontrare ogni giorno.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. Amen.

 

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