Un tempo per fare memoria e per lasciarsi rinnovare

Sono passate tre settimane da quando abbiamo provato a riprendere la celebrazione delle messe. Si è trattato di un lento rimettersi in moto del corpo di una comunità che per mesi era stata “immobilizzata”.

 

Credo sia ora di fare un passo in più. Credo sia giunto il tempo innanzitutto di fare memoria.

Nelle prossime settimane faremo memoria delle sorelle e dei fratelli che sono morti in questi mesi senza poter celebrare il funerale. Non si tratta solo di fissare una messa di suffragio. Sarebbe non solo ingenuo ma poco rispettoso pensare che basti una celebrazione per chiudere quel faticoso esercizio del lutto che tanti di noi stanno patendo. Credo però che possa essere un buon modo per iniziare a rendere più condiviso ciò che fin ora è rimasto relegato nel chiuso delle case e negli scambi mediati dagli strumenti di comunicazione.

 

Concretamente da lunedì 8 giugno ridurremo il numero delle messe feriali per dar modo alla comunità di partecipare alle celebrazioni in memoria dei defunti degli scorsi mesi.

 

Le messe feriali saranno:

 

  • il lunedì, il mercoledì e il venerdì alle ore 8,30
  • il martedì e il giovedì alle ore 18,00

 

Di settimana in settimana comunicheremo data e ora delle celebrazioni fissate in accordo con le famiglie che desidereranno un ricordo comunitario dei loro cari. Chiedo a tutti di riconoscere in questi momenti di preghiera un appello personale: solo la effettiva partecipazione di una comunità che non abbandona chi è nel pianto renderà sincera e dignitosa la liturgia che celebriamo.

 

Credo sia anche il tempo per provare a fare memoria, alla luce del vangelo, di ciò che singolarmente, come coppie e come famiglie si è vissuto. Potremmo pensare, per piccoli gruppi, nella cappella del Crocifisso (nel rispetto delle norme che regolano le celebrazioni in questo tempo) a esercizi di preghiera comunitari, di ascolto della Parola (ripresa nella forma della lectio degli Atti degli Apostoli?), di rilettura della liturgia eucaristica che abbiamo ricominciato a celebrare. Credo si possa pensare di offrire anche alle coppie uno spazio per condividere ciò che della loro vita è stato messo alla prova in questi mesi.

 

Chiedo a chi fosse interessato e volesse darci una mano a progettare queste esperienze, di contattare noi preti.

 

Certo dobbiamo essere consapevoli che stiamo solo lentamente recuperando la possibilità di gustare il nostro essere comunità. Non dobbiamo correre.

 

Credo però che da subito questo tempo debba essere riconosciuto come occasione per lasciare che il vangelo rinnovi il nostro modo di essere comunità cristiana.

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