III GIORNATA MONDIALE DEI POVERI La speranza dei poveri non sarà mai delusa

Il Santo Padre Francesco ha istituito due anni fa la Giornata Mondiale dei Poveri che cade quest’anno il 17 novembre (XXXIII domenica del tempo ordinario).

In questa occasione ha diffuso un messaggio in cui ci fa riflettere sulla necessità di superare le barriere di indifferenza ed egoismo che sembrano diffondersi sempre più nel nostro mondo e saper invece vedere e avvicinare le condizioni di povertà. I poveri non sono solo le persone, giovani o anziane, che vivono nelle nostre città alle quali manca il necessario per vivere dignitosamente (case fatiscenti, mancanza di lavoro, di accesso ai farmaci, ecc.); oggi ci sono molte altre forme di povertà: famiglie costrette a lasciare la propria terra per assicurare un futuro ai figli, immigrati oggetto di interessi nascosti, sfruttati nelle nostre campagne, umiliati nella loro dignità, avviati alla prostituzione, vittime dei mercanti di uomini e ancora: persone sole, senza legami familiari, persone con disabilità emarginate, giovani alla ricerca di una realizzazione professionale ai quali viene impedito l’accesso al lavoro per politiche economiche miopi, tante persone senzatetto ed emarginate che si aggirano per le strade, ultimi luoghi di accoglienza.

Nella nostra società fortemente individualista, tutto ciò è tollerato con fastidio, si cerca di celarlo, come se costituisse una minaccia al quieto vivere affermato come diritto. I poveri diventano come trasparenti e la loro voce non ha più forza né consistenza nella società.

Nel suo messaggio, papa Francesco fa presente che nelle Sacre Scritture ritorna spesso l’agire di Dio che “ascolta, interviene, protegge, riscatta, salva” il povero.

Gesù non ha avuto timore di identificarsi con i poveri: “tutto quello che farete ad uno solo di questi miei fratelli l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Le Beatitudini si aprono con l’espressione “beati i poveri”.

“Gesù ha inaugurato il suo Regno ponendo i poveri al centro……ma ha affidato a noi, suoi discepoli, il compito di portarlo avanti, con la responsabilità di dare speranza ai poveri …..La Chiesa scopre di essere un popolo che ha la vocazione di non fare sentire nessuno straniero o escluso, perché tutti coinvolge in un comune cammino di salvezza”.

Ma nelle Scritture il povero è anche colui che “confida nel Signore”, è l’uomo della fiducia perché egli “conosce il suo Signore” dove per conoscere si intende un rapporto personale di affetto e di amore, in qualche modo vive alla presenza di Dio.

I cristiani sono chiamati nella vita quotidiana a prestare attenzione ad ogni persona in cui si riconosca un disagio, una povertà, una fragilità, pur essendo immersi in una cultura consumistica, tesa alla autoaffermazione e al profitto come unici valori. Questo certamente vuole dire rispondere alle necessità materiali che si incontrano, sostenendo economicamente le iniziative in atto ma vuol dire anche concedere un po’ del proprio tempo, offrire consolazione, attenzione, un sorriso, la disponibilità all’ascolto, il calore dell’affetto.

La celebrazione della III giornata mondiale dei poveri ha quindi l’obiettivo di stimolare la comunità cristiana a portare speranza e conforto ai poveri affinchè nessuno sia privo di vicinanza e solidarietà: “Per voi che avete timore nel mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia”( Ml 3,20).

 

La commissione carità in questo anno pastorale è chiamata a fare luce sulle “solitudini” che abitano, con sfaccettature diverse, la nostra comunità e il nostro territorio nella speranza che questo porti gradualmente a generare relazioni di prossimità e di reale vicinanza perché la nostra comunità maturi uno stile di fraternità ospitale e prossima.

 

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