Lettura comunitaria di Amos e Osea

Avvento 2018

      Una comunità che apre la Scrittura con curiosità e con la disponibilità a mettersi in ascolto del suo Signore. È questa l’esperienza che abbiamo fatto la scorsa Quaresima e che vorremmo ripetere nel tempo dell’Avvento.
      Nello scorrere delle pagine ci siamo accorti però che la curiosità, all’inizio rivolta al testo approcciato con una lettura continua, come mai forse ci eravamo dati occasione di sperimentare, piano piano si sposta su di me. Leggere la Scrittura è allora “lasciarsi leggere” da essa. Così ne parla sant’Agostino:

Per vedermi a che cosa dovrò guardare? Ti è stato posto davanti lo specchio della sua Scrittura. Quando leggi vedi se sei come egli ha detto e, se ancora non lo sei, piangi per esserlo.
Lo specchio ti mostrerà il tuo vero volto; e come non troverai nello specchio un adulatore, allo stesso modo non dovrai blandire te stesso. La sua lucentezza ti mostrerà ciò che sei; vedi quello che sei e, se questa immagine ti dispiace, cerca di non esserlo.
(Agostino, Esposizioni sui salmi, PL 37,1338)

      In questo tempo che ci prepara a celebrare un “Dio che si interessa della nostra storia al punto da visitarla”, ci auguriamo di sentire come il Signore ci chieda di poter essere accolto nella nostra vita per cambiarla. E cambiarla secondo la misura di quell’amore fedele e tenace che Gesù ci svela essere il cuore del Padre.
      Di seguito trovate alcune brevissime note introduttive ai due libri profetici che abbiamo scelto di aprire, il calendario che detta i tempi della lettura e le due invocazioni che aprono e chiudono il momento dedicato dell’ascolto.

 

Amos

      Amos è – cronologicamente parlando – il primo profeta scrittore dell’Antico Testamento. Giudeo benestante, predica nel regno di Israele, mentre regnava Geroboamo II. La sua missione ha all’origine una vocazione che, per Amos, è l’esperienza di una chiamata irresistibile, quasi di obbedienza ad un comando militare (3,8; 7,14).
      Il suo messaggio che richiama severamente le esigenze di giustizia sociale, di equità giuridica e di un culto reso autentico da una pratica morale fedele all’alleanza, lo fa scontrare con i governanti di Samaria. Egli stesso racconta la forte polemica sorta con Amasia, il capo del clero officiante nel tempio di Betel (7,10-17), a causa della sua predicazione, che mette in questione l’elezione della dinastia regnante e la qualità del culto praticato in quel santuario e negli altri luoghi di culto del regno.
      La situazione internazionale è particolarmente minacciosa, perché l’espansionismo assiro comincia a premere sui popoli vicini, compresi i regni di Damasco e di Israele. I responsabili di Samaria, però, non avvertono l’entità del pericolo e continuano a condurre una vita spensierata e lussuosa, indifferenti ai problemi dei ceti meno abbienti, sempre più impoveriti da un sistema economico ingiusto.
      La struttura dello scritto è molto consequenziale. Dopo un titolo e un prologo che offrono le coordinate della missione profetica e del suo contenuto giudiziale (1,1-2), il libro si articola in cinque sezioni. La prima è costituita dagli otto oracoli contro le nazioni, l’ultimo dei quali è un’ampia requisitoria profetica contro Israele, in quanto popolo dell’alleanza (1,3-2,16). Nella seconda si trovano oracoli di denuncia, che toccano il loro vertice nell’annuncio della prossima visita divina (3,1-4,13). La terza sezione mostra come Dio non venga, tuttavia, per giudicare, ma per offrire la grande scelta tra la vita e la morte, tra il bene e il male (5,1-17). Purtroppo la risposta del popolo sarà negativa e perciò il profeta, a nome di Dio, eleva il suo lamento funebre nella quarta sezione (5,18-6,14). Il ciclo delle visioni riferisce il più antico materiale amosiano (7,1-9,10). Gli ultimi versetti sono un’aggiunta posteriore, che prospetta il superamento del disastro con la salvezza escatologica.
      La profezia di Amos rivendica con forza la libertà della missione profetica al servizio del Signore, riconosciuto come colui che ha competenza su ogni cosa, sulla creazione e sulla storia. Il Dio di Amos è colui che chiede a tutti – e a maggior ragione al popolo dell’alleanza – la pratica della giustizia, nel rispetto della dignità della persona umana.

 

Osea

      Osea apre la raccolta dei dodici profeti minori. È del regno settentrionale di Israele dove anche svolgerà il suo ministero profetico, quasi nello stesso periodo di Amos, verso la fine del regno di Geroboamo II e nel tormentato periodo successivo, caratterizzato da continui colpi di stato, che preludono alla catastrofe di Samaria (721 a.C.). All’instabilità politica si aggiunge un quadro economico sempre più segnato da ingiustizie e sperequazioni. Tutto ciò si riflette nel suo scritto, dove ancor più traspare la travagliata relazione matrimoniale del profeta. Il libro testimonia la comprensione di questa vicenda come una parabola del complesso rapporto del Signore con il suo popolo, che alla fedeltà risponde con l’infedeltà, alla generosità con l’ingratitudine.
      Dal punto di vista letterario, a materiali risalenti ad Osea stesso si aggiungono oracoli e pericopi di discepoli e redattori successivi.
      Lo scritto si apre con un’intestazione (1,1), cui segue una sezione riguardante la vicenda matrimoniale del profeta. Il tutto occupa i primi tre capitoli: nel primo si racconta, in terza persona, il matrimonio con Gomer e la nascita di tre figli, i quali ricevono nomi simbolici che evocano il giudizio divino su Israele infedele; nel secondo, il più celebre, Osea passa da una minaccia di divorzio ad una ritrovata comunione sponsale; anche i nomi dei figli vengono mutati e diventano segni di speranza; infine si narra come il profeta riscatti la donna prostituitasi nei templi cananei (1,2-3,5).
      La seconda parte si articola in quattro grandi discorsi: 4,1-5,7 muove accuse contro sacerdoti e capi di Israele, primi responsabili del peccato del popolo; 5,8-6,7 presenta un appello alla conversione nel contesto di una liturgia penitenziale; il terzo discorso in 6,8-8,14 raccoglie le esortazioni durante la guerra fratricida e l’annuncio della salvezza operata da Dio per il suo popolo; infine 9,1-13,11 offre una serie di meditazioni sulla storia della salvezza, riprendendo i temi fondamentali dell’esodo, del deserto e di alcuni episodi patriarcali. Vi spicca il capitolo 11, con il tema dell’incompresa maternità/paternità di Dio.
      Il libro si chiude con inviti costanti alla conversione (13,12-14,9) e un epilogo in forma sapienziale (14,10).
      Con il linguaggio dell’amante innamorato e del genitore appassionato, Osea è impareggiabile testimone dell’amore misericordioso del Signore, che supera l’infedeltà, l’incomprensione e l’ingratitudine umana.

(introduzioni tratte da La Bibbia. Via, Verità e Vita, ed. San Paolo)

 

invocazione allo Spirito prima della lettura

 

O Spirito santo del Padre
promesso dal Figlio alla chiesa,
discendi e rinnova la fede,
sostieni la nostra preghiera.

Sei luce alla nostra ragione,
sei fuoco bruciante nel cuore,
sei acqua che sempre disseta,
sei brezza che calma e ristora.

Insegnaci il senso del tempo,
rivelaci l’ora di Cristo:
saremo in attesa del Regno,
del giorno nuziale ed eterno.

 

per concludere: Padre nostro

 

Venga il tuo giorno, Signore!
Nella nostra lunga notte molti non osano più attendere:
non lasciare che i deboli e i sofferenti
spengano in sé la fiamma della speranza
e manda il tuo Messia,
affinché si compiano pienamente le tue promesse.
Per Cristo nostro Signore. Amen

 

 

calendario giornaliero dicembre 2018:

 

lunedì 3 Am 1,1-2,16
martedì 4 Am 3,1-4,13
mercoledì 5 Am 5,1-6,14
giovedì 6 Am 7,1-8,10
venerdì 7 Am 8,11-9,15

 

lunedì 10 Os 1,1-2,15
martedì 11 Os 2,16-3,5
mercoledì 12 Os 4,1-5,7
giovedì 13 Os 5,8-6,7
venerdì 14 Os 6,8-7,16

 

lunedì 17 Os 8,1-14
martedì 18 Os 9,1-10,8
mercoledì 19 Os 10,9-11,11
giovedì 20 Os 12,1-13,11
venerdì 21 Os 13,12-14,10

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