Fra le tante relazioni che rendono un agglomerato di persone anonime in un territorio una comunità umana e civile sono decisamente significative quelle caratterizzate dall’attenzione, dalla condivisione e dalla cura verso le fragilità, verso i più deboli, le loro sofferenze e solitudini, verso le persone nelle prove e difficoltà della vita.
Anche la parrocchia si inserisce nel tessuto sociale di un territorio raccogliendosi come comunità attorno al vangelo, custodendolo e condividendolo come buona notizia dell’amore di Dio per tutti. È nutrendosi e confrontandosi continuamente con questa buona notizia, che la comunità non può non farsi carico proprio di quella attenzione umana, citata all’inizio, di vicinanza e cura alle persone concrete nelle diverse situazioni ed esperienze di vita. La comunità è essa stessa aiutata a comprendere ciò che predica e celebra dall’esperienza misteriosa che il malato e la fragilità dell’uomo attraversano.
Nella nostra parrocchia questa attenzione e sensibilità da anni si attua attraverso un gruppetto di persone che offrono la loro disponibilità principalmente verso gli ammalati anziani. L’intento è creare un legame con loro (sempre a nome della comunità), fatto di ascolto, di prossimità, di sostegno spirituale. Questo legame si concretizza in un alcuni interventi nella struttura della RSA San Paolo e nelle case di diverse persone. Nella struttura della RSA l’incontro si svolge nell’occasione di tre momenti: uno al lunedì mattino con preghiera e riflessione, un altro al mercoledì pomeriggio con la recita del rosario e ogni sabato pomeriggio in cui viene garantita la celebrazione della messa per gli ospiti e la comunione agli alettati. L’incontro, invece, che si svolge nelle case ha scadenza mensile ed è svolto da alcuni ministri straordinari dell’eucarestia, per portare insieme alla “comunione”, due parole e una presenza rasserenante. Inoltre una sessantina di anziani e ammalti vengono visitati da un sacerdote in diverse occasioni vicino alle solennità o a feste particolari. Quando richiesto, o si viene a conoscenza, si cerca anche di essere vicini a situazioni di malattia e sofferenza anche di persone più giovani o persone ricoverate in ospedale o cliniche. Si sta valutando la possibilità di fare visita agli anziani di Azzano san Paolo che sono ospitati nelle case di riposo di altri paesi, rinnovando così anche per loro un salutare legame con la comunità azzanese di origine. Altro sogno è che si creino sempre più legami anche di vicinato, di conoscenza e di semplice aiuto scoprendo le situazioni di bisogno e di fragilità di chi ci abita accanto.
Incontrare gli ammalati, gli anziani e le persone in situazioni di fragilità non è solo un dedicare qualcosa a loro ma pure ricevere lezioni di vita e di condivisione di interrogativi sulla fede, sulla sofferenza, sulla solitudine, per uno sguardo più sapiente sul senso del vivere. È un dono per loro e per noi che li incontriamo ritrovare la grazia dei legami, di un po’ di tenerezza, e di testimonianza ancora di quel volto di dolcezza e di amore di Dio per tutti.
Queste brevi note vogliono, quindi, ricordare a tutti la significatività di questi legami che tutta la comunità deve imparare ad esprimere e vivere, e diventano appello, richiesta perché anche altre persone, possano condividere un po’ di tempo e generosa disponibilità verso i fratelli più deboli. Tanti anziani e pensionati sono ancora in forma ed hanno energia da spendere: ricordarsi dei propri coetanei meno in salute e desiderosi di un po’ di compagnia è alquanto doveroso.
Don Franco è il riferimento del gruppo e fa da referente per la richiesta di persone ammalate o anziane che gradiscono una visita.