sr. Chiara Poma fa la sua “professione perpetua”

      È davvero evento eccezionale che una parrocchia possa mettere tra i suoi appuntamenti la “professione perpetua” di una giovane donna, figlia di questa comunità. È così strano che forse tanti non sanno neppure cosa significhi.
      Nella basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola ad Assisi, sabato 1 settembre alle ore 15.00 sr. Chiara con altre sei sorelle, dopo anni di cammino, dichiarerà pubblicamente (questo significa il termine “professione”) di voler giocare tutta la sua vita seguendo il Signore nello stile francescano delle suore Alcantarine. Proprio così. Sr. Chiara, che in questi anni ha già vissuto da “suora”, sabato risponderà di sì all’invito di esserlo per tutta la vita.
      Forse per noi abituati a pensare ad una libertà che ci consenta di cambiare in continuazione, la parte che facciamo più fatica a capire è proprio l’aggettivo “perpetua” agganciato alla “professione”. Chiara ci testimonia che non è un assurdo provare a fare scelte che abbiano il tratto della definitività. È possibile compiere scelte che traccino i lineamenti di una vita, che ne dichiarino la direzione. Attenzione. Non si tratta di una vita perfetta o che metta al riparo dal cambiamento, ma di una vita che ha scelto una prospettiva dalla quale inquadrare e interpretare il futuro. È scelta di uno stile. Quello stile che proprio l’incontro con il vangelo di Gesù incoraggia e rende possibile.
      Anche grazie alla testimonianza di sr. Chiara ci si offre la possibilità di riconoscere come anche nella vita di ciascuno di noi c’è bisogno di alcune scelte che abbiano il sapore di una “professione perpetua”. Anche per noi l’incontro con Gesù può liberare la nostra libertà, rendendoci capaci di abbracciare la vita con coraggio e leggerezza.
 
      Le note che seguono sono tratte dal sito della Famiglia Francescana Alcantarina. Ci aiutano un po’ a comprendere ciò che Chiara ha scelto.
 
“Docili allo Spirito Santo, nella lettura dei segni dei tempi e delle emergenze del territorio, diamo la nostra risposta evangelica. Interpellate dalla sofferenza di tanti fratelli, ci poniamo accanto ai poveri e a quanti vivono situazioni di emarginazione sociale.
La fraternità è il primo luogo dell’annuncio e fondamentale forma di evangelizzazione. Il nostro stile è caratterizzato da povertà e minorità, semplicità e letizia.
Nella gioia di appartenere a Cristo suscitiamo e liberiamo le domande profonde, nascoste nel cuore dei giovani. Con pedagogia evangelica li accompagniamo nel discernere il fine principale per cui Dio li ha creati, secondo l’intuizione carismatica trasmessaci dai Fondatori.
Nella consapevolezza che Cristo solo è il Maestro, facciamo nostra la missione educativa delle prime sorelle avendo cura delle persone a noi affidate, per renderle capaci di autentico amore.
In continuità con l’esperienza delle origini, ci rendiamo prossime alle donne ferite nella loro dignità e testimoniamo la certezza dell’amore misericordioso di Dio annunciando il tesoro della fede come unica via di salvezza.
Nella Chiesa locale, le nostre fraternità sono chiamate a vivere la dimensione profetica dell’unità, in spirito di obbedienza e minorità.
Il nostro slancio missionario ad gentes è a servizio della missione del Figlio di Dio per rendere testimonianza alla voce di Lui con la parola e con le opere. Fedeli alla missione della Chiesa, ci dedichiamo alla promozione umana e sociale dei fratelli perché scoprano la loro dignità di figli di Dio”.

Le origini della Famiglia religiosa delle Suore Francescane Alcantarine affondano nel popoloso e povero quartiere della parrocchia dello Spirito Santo in Castellammare di Stabia, provincia di Napoli. Dal 1867 il curato don Vincenzo Gargiulo, allo scopo di porre rimedio alla situazione di miseria e degrado sociale della zona, aveva attivato numerose iniziative parrocchiali di catechesi e sostegno sociale ai più poveri. Nella sua opera si avvaleva del contributo di suor Maria Agnese Russo, terziaria francescana, e di un gruppo di giovani della parrocchia.
Il 17 settembre 1870 un primo gruppo di giovani ragazze, sotto la guida di suor Agnese, decise di lasciare le case di origine per sperimentare stabilmente la vita comune al servizio dei più poveri. La dimora del piccolo gruppo venne stabilita nelle vicinanze della parrocchia dello Spirito Santo; si inaugurò così l’esperienza di uno stile di vita comunitario, povero, austero e ritmato dalla preghiera e dal servizio.
L’esempio delle giovani, che ben presto iniziarono a percorrere le vie della città allargando il cerchio della “carità operativa”, attirò in breve tempo molte altre, desiderose di condividere l’esperienza della comunità nascente: “non solo presero a cuore l’educazione giovanile nella scuola, l’insegnamento del catechismo nella Chiesa; ma percorsero ben presto le vie della città, prodigando cure ed assistenze ai vecchi, ai malati e a tutti quelli che avevano bisogno di aiuto”.
Fu così che, dopo aver ricevuto l’approvazione diocesana da mons. Francesco Saverio Petagna il 14 ottobre 1874, le Prime Dodici vestirono l’abito francescano secondo la riforma alcantarina il 17 ottobre dello stesso anno. In pochi anni il numero delle suore crebbe rapidamente e le comunità si diffusero in tutto il meridione d’Italia. Insignito del Decreto di Lode nel 1894, l’Istituto delle Figlie Povere di San Pietro d’Alcantara ricevette nel gennaio del 1903 l’approvazione pontificia.

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