Lettera Natale 2017

“e la Parola si è fatta carne
e venne ad abitare con noi
e noi abbiamo contemplato la sua gloria”
(Gv 1,14)

Rivolgersi la parola. Oggi più che mai è la grande sfida. Siamo quotidianamente sommersi di messaggi e post ma facciamo una grande fatica a parlarci. Non abbiamo tempo di stare faccia a faccia. E ci illudiamo che i messaggi possano sostituire efficacemente l’incontro. «La parola non solo comunica notizie, ma “contiene” anche chi parla ed è “contenuta” in chi ascolta: esprime chi parla, imprimendolo in chi ascolta … Ogni parola è gravida di chi la trasmette e ingravida chi la riceve». E’ così che si esprimeva p. Silvano Fausti in un bel libro che metteva a tema l’esperienza della lettura della Bibbia.

Tra i tanti possibili allora, l’augurio che mi preme far giungere a tutti per i prossimi giorni di Natale e per il nuovo anno è proprio quello di lasciare che la parola scambiata semini in noi la sua fecondità. Auguro a tutti di regalarsi il tempo per cercare di raccontare a chi ci sta vicino qualcosa di quel che abbiamo nel cuore. Auguro alla nostra comunità di diventare luogo nel quale trovare il coraggio dell’incontro senza darla sempre vinta a chi ci spaventa rappresentandoci la possibilità di incontrare “cattive compagnie”. Auguro a tutti di provare a fare un po’ di spazio perché la Parola che si è fatta corpo di Bambino nella notte di Betlemme e che non smette di cercare un dialogo con ciascuno di noi, trovi accoglienza nella nostra vita e riesca a portare la sua novità nelle nostre storie.

Dopo l’augurio, questa lettera mi consente di condividere alcune delle speranze e delle preoccupazioni che animano la vita della parrocchia.

Innanzitutto voglio rilanciare l’attenzione che il nostro oratorio ci sta chiedendo. Come dichiarato all’inizio dell’anno pastorale, il consiglio pastorale e il rinnovato consiglio affari economici hanno iniziato a confrontarsi su cosa stia realmente capitando oggi nel nostro oratorio e su cosa potremo far capitare. Nel prossimo mese di gennaio, in occasione della settimana di san Giovanni Bosco, proveremo a rilanciare a tutta la comunità una riflessione sul futuro di questo luogo nel quale si è concretizzata negli anni la cura per i ragazzi e i giovani che stanno crescendo in mezzo a noi. Intanto invito tutti a “metterci un po’ la testa”.

Cosa intendo col “metterci la testa”? Intendo chiedere innanzitutto che si accenda la curiosità per conoscere ciò che di fatto sta capitando in oratorio poiché spesso ho la sensazione che patisca di una idealizzazione eccessiva o di una squalifica senza fondamento oggettivo. Intendo chiedere di non pensare all’oratorio come luogo nel quale far convergere desideri da “paese dei balocchi” o da “zona protetta e sicura da ogni rischio”. Intendo stimolare la domanda su chi oggi effettivamente si stia mettendo a servizio di questo luogo e su chi potrebbe offrire il suo contributo. Intendo stimolare la fantasia per intuire quali siano oggi i tratti di un progetto educativo praticabile ad Azzano e non altrove.

Nel frattempo l’appartamento del curato è stato ripulito, riordinato e … colorato. In questi giorni sta girando la richiesta di darci una mano a riempirlo delle cose che sono necessarie perché possa avere il profumo di casa per i nostri ragazzi. La scelta di non andare ad acquistare stoviglie e pentole per la cucina e stracci e scope per la pulizia ma di chiedere alle nostre famiglie di arredarlo insieme, vorrebbe già segnalare uno stile che ci piacerebbe caratterizzasse anche il percorso di riflessione su spazi, strutture e progetti. Se l’oratorio deve essere “casa dei e per i ragazzi” serve che una comunità adulta lo renda tale e, vincendo ogni tentazione di delega, lo stringa in un abbraccio. Senza questo abbraccio non ci sarà mai il calore di uno spazio domestico. Ecco: mi piacerebbe che tra adulti provassimo un po’ a chiederci quali potrebbero essere le forme concrete nelle quali realizzare il sogno di questo abbraccio.

Da questa riflessione scaturiranno anche i criteri che consentiranno di determinare le caratteristiche di un intervento sulla struttura. Ci piacerebbe realizzare, in sostituzione della tensostruttura attuale, uno spazio polivalente riscaldato e quindi utilizzabile anche d’inverno, magari capace di fare spazio ad alcune delle attività culturali che non trovano spazi adeguati in paese. Ci piacerebbe ricavare uno spazio cucina disegnato più sulle necessità ordinarie della vita oratoriana che nella logica di “un’area feste” che il paese ha già altrove. Ci piacerebbe …

Ci piacerebbe … tenere i piedi per terra! E allora diventa determinante capire quanto le nostre famiglie hanno voglia di partecipare a questo progetto. Sapete che le finanze della parrocchia, appesantite stabilmente dal mutuo acceso in occasione dell’intervento del tetto (rata da 3800,00 € al mese fino alla scadenza nel lontano agosto 2029), non ci consentono voli pindarici. Si fatica a rispondere alle esigenze dell’ordinario che – come in tutte le famiglie – rappresenta la parte più corposa ed esigente della vita. Questa lettera allora è anche richiesta di un dono di Natale che dia segno della vostra condivisione.

Per rimanere informati vi invito a tener d’occhio lo strumento del sito internet della parrocchia (www.parrocchia-azzanosanpaolo.it) con la possibilità di iscriversi alla newsletter che garantisce l’aggiornamento rispetto ad attività e avvenimenti particolari. Ma invito ancor di più tutti a “cacciare il naso” nelle cose della comunità senza temere di essere indebitamente curiosi.

Termino chiedendo al Signore di sostenere con la sua benedizione coloro che ce la stanno mettendo tutta per rendere il nostro stare insieme più bello e capace di generare vita nuova. Chiedo al Signore di scuotere chi è tentato di lasciarsi andare a quel pessimismo strisciante che spegne ogni entusiasmo. Chiedo al Signore di farci scoprire reciprocamente l’uno per l’altro “benedizione fatta carne”. Il segno del Presepio, che spero stiamo preparando nelle nostre case, ci aiuti ad allargare le nostre braccia perché siano capaci di accoglienza.

In compagnia di don Franco e don Andrea, auguriamo a tutti di poter contemplare la bellezza e la forza della Parola che, quando accolta con fiducia, non smette di farsi carne e storia nelle nostre travagliate e meravigliose avventure di uomini. Buon Natale e buon anno nuovo.

 

don Alberto

Azzano San Paolo, 15 dicembre 2017

 

PS. Come al solito le buste con il dono di Natale potranno essere consegnate direttamente in chiesa o in casa parrocchiale.

Per chi predilige forme più “moderne” di sostegno: IBAN IT 10 O 03111 52570 0000 0000 1771

Print Friendly, PDF & Email