La cappella del Crocefisso

Negli scorsi mesi la cappella laterale della nostra chiesa parrocchiale è stata sistemata riportando nella chiesa di san Paolo, nella sua posizione originaria, la statua della Madonna addolorata.
Il mercoledì delle ceneri al centro della “nuova” cappella è stata collocata un’icona del Crocefisso perché sia capace di orientare lo sguardo della nostra comunità e la preghiera di ciascuno.
Abbiamo chiesto ad Annalisa Vigani – l’artista che ha scritto questa icona – di stendere qualche riga per aiutarci ad apprezzarla ancora di più.

 

SPIEGAZIONE ICONA CROCIFISSO
con alcune citazioni di S. Agostino

 

L’Icona che più di tutti parla da sé è probabilmente quella della crocifissione. Quando si vedono le braccia spalancate di un uomo che noi sappiamo essere il nostro Signore e il nostro Dio, è già abbastanza, è già tanto, troppo. (1Gv 4,7-16) Un troppo di amore che supera la nostra comprensione mentale ma è della misura del nostro cuore in quanto sazia la sua sete. È per questo che S. Giovanni della Croce ha detto: “il nostro cuore non si sazia con meno dell’infinito”. Dio essendo onnipotente non poté dare di più; essendo sapientissimo non seppe dare di più; essendo ricchissimo non ebbe da dare di più.

 

Gesù crocifisso inchiodato alla croce con il costato che versa sangue ed acqua, è una immagine familiare tanto quanto il suo significato. Gesù è morto per noi, ha “svuotato” se stesso offrendosi per i nostri peccati (Fil 2, 5-11). Il sangue è segno dell’Eucarestia e l’acqua del Battesimo (1Gv 5,5-6). La nostra salvezza, a partire dall’Incarnazione fino alla morte e resurrezione passa attraverso il Corpo del Signore Gesù. Egli vi ha redenti, egli ha versato il suo sangue prezioso: prezioso è il sangue di colui che è senza peccato. Egli stesso tuttavia ha reso prezioso anche il sangue dei suoi, per i quali ha pagato il prezzo del suo sangue.

 

Invece il gesto della Madonna che raccoglie il sangue di Gesù apparteneva ad una catechesi di altri tempi, ma, a mio parere, va riscoperto. Nell’iconografia, ogni volta che viene raffigurata la Madre di Dio, essa rappresenta anche la Chiesa. Quindi chi raccoglie il sangue di Gesù e si fa premura di non sprecarlo, è la Chiesa, siamo noi. Madre di lui è tutta la Chiesa. Un gesto pieno di consapevolezza (Eb 9,11-14).

 

Nell’icona della crocifissione solitamente, se il costato è aperto, Gesù lo si disegna ad occhi chiusi, perché già morto. Io invece amo rappresentare Gesù con gli occhi ben aperti perché è lui il primo che volge lo sguardo a noi e chiunque sta davanti a lui, prima di sforzarsi di guardarlo, deve imparare a lasciarsi guardare da lui (Mc 10,21). Difficile … ma non impossibile, si deve solo iniziare. Se senti vacillare la fede per la violenza della tempesta, calmati: Dio ti guarda.

 

Infine, in alto, due cerchi: uno con due mani che spezzano il pane e uno con una colomba. La colomba è richiamo immediato allo Spirito Santo mentre le mani che spezzano il pane siamo abituati a pensarle come le mani di Gesù che spezza il pane nell’ultima cena o nella moltiplicazione dei pani. Queste invece sono le mani del Padre (Gv 6,27). Quanto amasti noi, Padre buono, che non risparmiasti il tuo unico Figlio. Il Padre e lo Spirito Santo non erano “spettatori” mentre Gesù moriva ma l’offerta era dei Tre, era una (Rm 8,31-32). Il corpo di Gesù offerto dal Padre per noi, nel momento in cui si è spezzato ha effuso ciò di cui era ricolmo: il Santo Spirito (Gv 19,30). Ogni volta che celebriamo l’Eucarestia, questa offerta si rende di nuovo presente. Eucarestia e Crocifissione quindi sono un unico mistero (Gv 6,44-51). Riconoscete nel pane quello stesso corpo che pendette sulla croce, e nel calice quello stesso sangue che sgorgò dal suo fianco.

 

Mi piace pensare che durante il lungo discorso dell’ultima cena, le parole “non vi lascerò orfani, ritornerò da voi” si riferiscano alla sua continua e fedele presenza nel pane eucaristico, e la frase “io sono nel Padre e voi in me e io in voi” al momento della Comunione. Se uno vuol vivere per me, è necessario che entri in comunione con me mangiando di me; e come io, umiliato, vivo per il Padre, così egli, elevato, vive per me. Una circolazione d’amore nella quale siamo inseriti per grazia! Vedi la Trinità, se vedi l’amore. […] Ecco sono tre: l’Amante, l’Amato e l’Amore” (Gv 14, 6-18).

 
 

icona Crocefisso

Print Friendly, PDF & Email