Notizie dal centro di ascolto

Il servizio al centro di ascolto, per il quale abbiamo avuto il mandato dalla nostra comunità, è stato per noi un’esperienza preziosa e come in una grande famiglia, le cose belle e preziose non vengono mai trattenute ma condivise e donate; si chiama “coinvolgimento” e fa parte del nostro nome, Centro di Primo Ascolto e Coinvolgimento.

Vi coinvolgiamo come comunità in quanto abbiamo vissuto e ascoltato in questo ultimo anno appena trascorso, cerchiamo anche con i numeri di rendervi consapevoli della povertà presente nella nostra comunità ma allo stesso tempo di quanto di buono essa può muovere dentro e fuori di noi.

 

DAL CENTRO DI PRIMO ASCOLTO E COINVOLGIMENTO STEZZANO AZZANO ZANICA, RELAZIONE ANNO 2015.

Per qualsiasi gruppo di persone che portano avanti un’attività o un servizio è importante, ogni tanto, fare il punto della situazione e verificare come procedono le cose: se vi sono modifiche da attuare, situazioni da rivedere, impostazioni da correggere, rapporti da ridefinire o altro.

Al centro d’ascolto questo lavoro di revisione viene fatto ogni anno. Per ogni operatore infatti è molto importante:

  • ricordare e far riemergere le motivazioni dell’impegno che si è assunto:
    • cosa mi spinge a continuare l’impegno?
    • sono disposto a regalare il mio tempo?
  • rivedere i rapporti con gli altri operatori per stemperare eventuali tensioni e rinsaldare una collaborazione
    • mi sforzo di condividere, di confrontarmi?
    • so accettare eventuali correzioni?
  • riportare al centro del proprio operare l’ascolto e la cura delle persone che al centro si rivolgono:
    • so ascoltare?
    • so dare spazio all’altro?
    • riesco a non giudicare?
  • verificare come procede il lavoro di “rete” con le associazioni, le parrocchie, i Comuni:
    • mi sforzo di promuovere un’azione di sensibilizzazione e collegamento sul territorio, in modo da attivare    le comunità ecclesiali e civili nel farsi carico delle persone e dei loro bisogni?
  • valutare la disponibilità di ciascuno a suddividersi gli incarichi in modo che il lavoro sia meno faticoso per tutti.

Tutto questo è necessario anche perché i “casi“ e le situazioni che giungono al centro sono ormai tante; più di 400 sono le famiglie passate in questi quattro anni e la maggior parte, puntualmente, ritorna.

E’ un impegno importante del centro anche quello di coinvolgere le tre Comunità, comunicando e consegnando quello che “ascoltiamo“ nello svolgimento del nostro servizio. Prendere coscienza dell’esistenza della povertà è il primo passo per sensibilizzare alla presa in carico delle fragilità presenti sul territorio. Per questo desideriamo aggiornare le tre Comunità “Stazza“ su come è stato l’andamento del centro nel corso dell’anno 2015. Necessariamente bisogna dare alcuni numeri, senza però dimenticarsi che dietro ad essi ci sono persone concrete e bisogni reali.

 

Per quanto riguarda le persone venute al centro di ascolto residenti ad Azzano San Paolo.

Nell’anno 2015 l’afflusso di persone nuove al centro è stato inferiore rispetto agli anni precedenti: 15 i passaggi nel 2015 rispetto ai 28 nel 2014 e, complessivamente, anche sul totale delle persone venute al centro c’è stato un lieve calo (50 su 60).

Come già evidenziato nella relazione generale, le persone straniere sono state il doppio di quelle italiane: 33 e 17 rispettivamente.

Si è notato, nel 2015, un aumento delle persone disoccupate: 29 su un totale di 50 (19 su 60 nel 2014). Il problema delle difficoltà economiche è quindi dominante e la maggioranza delle persone chiede aiuti in questo senso ma, soprattutto, chiede lavoro. Numerose sono le famiglie che chiedono anche un sostentamento con pacco viveri e indumenti (29 su 50).

Per rispondere alle esigenze evidenziate il centro di ascolto si è attivato su vari fronti mettendo in atto un lavoro di collaborazione e coinvolgimento delle diverse realtà che agiscono sul territorio:

  • il gruppo caritativo parrocchiale, su segnalazione del centro, distribuisce mensilmente un pacco viveri. Questa distribuzione si protrae per alcuni mesi, dopo di che, si rivaluta la situazione con la persona stessa per verificare se ci sono stati cambiamenti nell’economia familiare cercando, in tal modo, di spronare le persone ad una più attenta gestione del bilancio familiare e ad un migliore utilizzo delle risorse.
  • sempre con la Parrocchia capita di valutare anche casi di persone con problemi di tipo relazionale (solitudini, problematiche familiari…) per le quali serve mettere in atto una rete di sostegno e di vicinanza più discreti e personalizzati.
  • con il Comune, attraverso i Servizi Sociali, è in atto da tempo una collaborazione per venire incontro, ciascuno secondo i suoi ruoli, alle situazioni di povertà. C’è un contatto costante tra il referente del centro e l’Assistente Sociale per valutare di volta in volta i singoli casi e agire in sintonia. E’ stata stipulata una Convenzione per attuare iniziative educative e buoni lavoro a favore di soggetti in difficoltà. Sono stati erogati fondi a sostegno di situazioni di emergenza.

Si cerca di operare “insieme“ centro di ascolto, parrocchia , comune, Caritas diocesana, ed eventualmente anche altre realtà del territorio (CAV) per farsi carico e, ove possibile, attivare progetti che possano favorire l’integrazione e il superamento di condizioni di difficoltà.

Sono partiti, nel 2015, 5 progetti lavorativi sostenuti con voucher presso alcune cooperative della provincia e presso strutture private del territorio.

Tramite la Caritas diocesana sono stati attivati due contributi per Fondo Famiglia (pagamento bollette e buoni alimentari).

Questo, in sintesi, il riassunto del lavoro svolto nel 2015. Siamo ripartiti con buona volontà, tra momenti di stanchezza e di ripresa, ma ci aiuta l’essere l’uno a fianco dell’altro e lo spronarci a vicenda.

Per il nostro servizio è stata anche molto importante la riflessione sulla lettera pastorale “donne e uomini capaci di carità”. Ancora di più siamo stati aiutati a capire che “… il linguaggio più comprensibile per comunicare il Vangelo è quello della carità vissuta”, si tratta soprattutto di costruire una mentalità di carità, un cuore misericordioso. Le opere di misericordia, ci suggerisce il Vescovo, plasmino la nostra mente e il nostro cuore.

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