Tempo di avvento: tempo per “allenare uno sguardo rinnovato” sul mondo, sulla storia, … su di noi
Il vescovo quest’anno ha consegnato alla diocesi una lettera dal titolo: “Uno sguardo che genera”. In essa mette a tema una delle esperienze che determinano il nostro modo di stare al mondo: il guardare e l’essere guardati, riconoscendone la sua potenza, la sua decisività. “Lo sguardo che rivolgiamo ad una persona o che sentiamo su di noi ha una potenza comunicativa capace di mortificare e risuscitare, di uccidere e generare”.
Già l’itinerario di formazione per adulti StAzZa sul discernimento ci ha interrogato sulla nostra capacità di riconoscere e scegliere il bene. Ora, lasciandoci guidare dal ritmo dell’anno liturgico, è il momento di esercitarci:
è tempo in cui provare a stare sotto gli occhi di Dio che non smette di guardare con passione “all’umiltà dei suoi figli”. Per comprendere come Dio ci guardi dovremo metterci con stupore davanti al bambino di Betlemme, punto di osservazione che Dio sceglie per inquadrare bene il nostro mondo.
Per esercitarci dovremo provare a guardare con la stessa passione di Dio la nostra storia, illuminata dalla promessa e dal giudizio che la sua Parola ci offre perché la abitiamo umanamente.
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